Spicer JD, Garassino MC, Wakelee H, Liberman M, Kato T, Tsuboi M, Lee SH, Chen KN, Dooms C, Majem M, Eigendorff E, Martinengo GL, Bylicki O, Rodríguez-Abreu D, Chaft JE, Novello S, Yang J, Arunachalam A, Keller SM, Samkari A, Gao S..

Lancet. 2024 Sep 28;404(10459):1240-1252. doi: 10.1016/S0140-6736(24)01756-2. Epub 2024 Sep 14. PMID: 39288781; PMCID: PMC11512588..

ONCOLOGY
Sintesi

Il KEYNOTE-671 è uno studio di fase 3 che valuta efficacia e sicurezza di pembrolizumab in combinazione con chemioterapia neoadiuvante (a base di cisplatino), e successivo trattamento adiuvante, rispetto alla sola chemioterapia neoadiuvante, in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in fase precoce e resecabile (stadi II-III). Gli endpoint primari erano la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da eventi (EFS). Con un follow-up mediano di 36 mesi, il pembrolizumab ha mostrato un tasso di OS del 71%, rispetto al 64% del placebo. La mediana di EFS era di 47,2 mesi per pembrolizumab e di 18,3 mesi per il placebo, e anche a 36 mesi, i tassi di EFS erano superiori nel gruppo trattato con pembrolizumab (54% vs 35%). Questo beneficio si è osservato in tutti i sottogruppi analizzati, indipendentemente da fattori come stadio di malattia, espressione di PD-L1, istologia o mutazioni genetiche, sottolineando l’importanza del pembrolizumab sia nella fase neoadiuvante che in quella adiuvante, suggerendo che entrambe contribuiscono al miglioramento degli outcome. Il trattamento è stato ben tollerato. Tuttavia, gli AE di grado 3-5 erano più frequenti con pembrolizumab (45% contro 38%). Nonostante questo, gli effetti collaterali fatali sono stati rari (1% in entrambi i gruppi). La qualità della vita (GHS/QoL) non è stata significativamente compromessa dall’aggiunta di pembrolizumab, e si è mantenuta stabile in entrambi i gruppi. In conclusione, lo studio supporta l’utilizzo di pembrolizumab in combinazione con chemioterapia neoadiuvante e trattamento adiuvante come nuovo standard di cura per pazienti con NSCLC in stadio iniziale resecabile. Questo approccio non solo migliora la sopravvivenza e l’EFS, ma lo fa con un profilo di sicurezza gestibile e senza compromettere la qualità della vita, rappresentando un importante passo avanti per il trattamento di questa patologia.

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