Un numero sempre maggiore di evidenze sta mettendo in luce l’importanza della regolazione immunitaria nel carcinoma mammario (BC) metastatico. Tuttavia, si sa ancora troppo poco del microambiente immunitario delle metastasi cerebrali di BC (BCBM), nonostante esse siano associate a prognosi sfavorevole. Un recente studio internazionale coordinato dai ricercatori dell’Università di Padova ha ampliato notevolmente le conoscenze in questo ambito.
Gli autori (un team di ricercatori italiani, francesi e statunitensi) hanno utilizzato l’immunofluorescenza multiplex per analizzare campioni di BCBM ottenuti da 60 pazienti sottoposti a chirurgia cerebrale, per valutare l’impatto prognostico dei sottotipi di cellule immunitarie rilevati e delle loro interazioni spaziali. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che alcuni particolari tipi di microambienti immunitari delle BCBM possono avere un impatto prognostico significativo.
Due di questi sono stati considerati particolarmente rilevanti, perché potenziali target terapeutici. Il primo è la presenza di un’elevata densità di microglia/macrofagi con polarizzazione M2 nelle BCBM (associata a peggiore sopravvivenza globale in caso di metastasti HR-/HER2- e HR+/HER2-, ma non di metastasi HER2+). Il secondo è la presenza di elevate percentuali di cellule PD-L1+ in prossimità (entro i 20 μm) di cellule PD-1+ (associata a peggiore sopravvivenza globale in caso di metastasi HER2+). Secondo gli autori queste scoperte saranno il punto di partenza di studi traslazionali e clinici che avranno l’obiettivo di implementare nuove strategie terapeutiche personalizzate, basate sul microambiente immunitario delle BCMC.