Qin S, Chen M, Cheng AL, Kaseb AO, Kudo M, Lee HC, Yopp AC, Zhou J, Wang L, Wen X, Heo J, Tak WY, Nakamura S, Numata K, Uguen T, Hsiehchen D, Cha E, Hack SP, Lian Q, Ma N, Spahn JH, Wang Y, Wu C, Chow PKH; IMbrave050 investigators.

Lancet. 2023 Nov 18;402(10415):1835-1847. doi: 10.1016/S0140-6736(23)01796-8. Epub 2023 Oct 20.

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

In letteratura viene riportata un'incidenza molto elevata (che supera il 70%) di recidiva a 5 anni in seguito a resezione o ablazione nei pazienti HCC. La crescente incidenza globale di HCC, e l'alta probabilità di recidiva post-operatoria evidenzia la necessità di rendere disponibili efficaci opzioni di terapie adiuvanti. Sono riportati in letteratura 2 trials randomizzati di fase 3 con terapia adiuvante: STORM, che ha comparato sorafenib adiuvante in seguito a resezione o ablazione e che non ha comportato un miglioramento della sopravvivenza senza recidiva (RFS); nello studio di fase 3 di PATRON, che ha comparato il trattamento con muparfostat adiuvante rispetto al placebo non è stata osservato un miglioramento in termini di RFS. Dai dati del trial IMbrave150 è emerso che, a/b può essere considerato il trattamento standard di prima linea per HCC non resecabile, in ragione dell'aumento della OS e della PFS, rispetto al solo trattamento con sorafenib. Lo scopo del trial IMbrave050, studio open-label di fase 3, è quello di valutare l'efficacia di atezolizumab + bevacizumab comparata alla sola sorveglianza attiva, nei pazienti con HCC in stadio precoce e ad alto rischio di recidiva, candidabili a procedura curativa (resezione o ablazione). L'endpoint primario era la sopravvivenza senza recidiva, RFS. Questo è il primo trial a riportare dati positivi sulla RFS in pazienti con HCC dopo chirurgia o ablazione, rispetto alla sola sorveglianza attiva; la separazione delle curve di RFS a 3 mesi suggerisce che la terapia con atezolizumab + bevacizumab vada ad interferire su eventi precoci di recidiva associati a micrometastasi. Da notare che l'incidenza e la gravità di eventi avversi erano coerenti con i profili di sicurezza dei singoli agenti, una percentuale maggiore di eventi di grado 3 o 4 è stata osservata nel gruppo di pazienti trattati rispetto al gruppo in sorveglianza. I più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati l’ipertensione, la proteinuria e la riduzione del numero di piastrine, tutti eventi avversi (notoriamente) associati a bevacizumab. Anche se una prima analisi del rapporto rischio beneficio sia favorevole, follow up più lunghi per RFS, OS e tossicità sono necessari per definire il profilo della terapia. Altri studi di fase 3 attualmente in corso, che stanno valutando sia le monoterapie anti-PD-L1 o anti-PD- 1, sia anti-PD-1 e anti-VEGF, chiariranno il ruolo della terapia degli ICI nel setting adiuvante del HCC.

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