In letteratura viene riportata un'incidenza molto elevata (che supera il 70%) di recidiva a 5 anni in seguito a resezione o ablazione nei pazienti HCC. La crescente incidenza globale di HCC, e l'alta probabilità di recidiva post-operatoria evidenzia la necessità di rendere disponibili efficaci opzioni di terapie adiuvanti. Sono riportati in letteratura 2 trials randomizzati di fase 3 con terapia adiuvante: STORM, che ha comparato sorafenib adiuvante in seguito a resezione o ablazione e che non ha comportato un miglioramento della sopravvivenza senza recidiva (RFS); nello studio di fase 3 di PATRON, che ha comparato il trattamento con muparfostat adiuvante rispetto al placebo non è stata osservato un miglioramento in termini di RFS. Dai dati del trial IMbrave150 è emerso che, a/b può essere considerato il trattamento standard di prima linea per HCC non resecabile, in ragione dell'aumento della OS e della PFS, rispetto al solo trattamento con sorafenib. Lo scopo del trial IMbrave050, studio open-label di fase 3, è quello di valutare l'efficacia di atezolizumab + bevacizumab comparata alla sola sorveglianza attiva, nei pazienti con HCC in stadio precoce e ad alto rischio di recidiva, candidabili a procedura curativa (resezione o ablazione). L'endpoint primario era la sopravvivenza senza recidiva, RFS. Questo è il primo trial a riportare dati positivi sulla RFS in pazienti con HCC dopo chirurgia o ablazione, rispetto alla sola sorveglianza attiva; la separazione delle curve di RFS a 3 mesi suggerisce che la terapia con atezolizumab + bevacizumab vada ad interferire su eventi precoci di recidiva associati a micrometastasi. Da notare che l'incidenza e la gravità di eventi avversi erano coerenti con i profili di sicurezza dei singoli agenti, una percentuale maggiore di eventi di grado 3 o 4 è stata osservata nel gruppo di pazienti trattati rispetto al gruppo in sorveglianza. I più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati l’ipertensione, la proteinuria e la riduzione del numero di piastrine, tutti eventi avversi (notoriamente) associati a bevacizumab. Anche se una prima analisi del rapporto rischio beneficio sia favorevole, follow up più lunghi per RFS, OS e tossicità sono necessari per definire il profilo della terapia. Altri studi di fase 3 attualmente in corso, che stanno valutando sia le monoterapie anti-PD-L1 o anti-PD- 1, sia anti-PD-1 e anti-VEGF, chiariranno il ruolo della terapia degli ICI nel setting adiuvante del HCC.