Il BFAST è uno studio multicentrico globale, in aperto, che ha valutato la sicurezza e l'efficacia delle target therapy o della immunoterapia in pazienti con NSCLC avanzato o metastatico, identificati mediante un test di sequenziamento di nuova generazione valutato sul sangue. La coorte C del BFAST è il primo studio prospettico a valutare il TMB, e cioè il carico mutazionale del tumore, basato sul sangue come biomarcatore predittivo per l'immunoterapia.
Lo studio ha arruolato 471 pazienti che presentavano NSCLC in stadio IIIB o IV non trattato non resecabile con un TMB valutato sul sangue di almeno 10 mut/Mb e negativi per EGFR o ALK. Sono stati utilizzati due cutoff del TMB: da almeno 10 mut/Mb a 15 mut/Mb per definire un TMB moderatamente alto e almeno 16 mut/Mb per definire un TMB alto. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere atezolizumab (A) alla dose di 1200 mg ogni 3 settimane fino alla progressione della malattia o alla perdita del beneficio clinico, o alla chemioterapia a base di platino (C) ogni 3 settimane per 4 o 6 cicli, con pemetrexed di mantenimento consentito per i pazienti che presentavano una istologia non squamosa.
I dati hanno mostrato che, in una popolazione selezionata per TMB elevato, la sopravvivenza libera da progressione (PFS), endpoint primario dello studio, non è migliorata in maniera statisticamente significativa con A (mPFS 4,5 mesi con A e 4,3 mesi con C; HR 0,77; p=0,053).Tuttavia, l'analisi ha mostrato tassi di PFS migliori con A rispetto alla C, con tassi a 12 mesi del 24% rispetto al 7% e tassi a 18 mesi del 14% rispetto all'1%.Gli endpoint secondari non sono stati testati formalmente, ma tra i pazienti con un TMB elevato, la sopravvivenza globale mediana (OS) è stata più lunga con A rispetto alla C, con 13,3 mesi vs 10,3 mesi, e una OS rate maggiore nei pazienti trattati con A a 12 mesi (52 vs 42%) e 18 mesi (42 vs 28%). Inoltre, circa il 42.2% dei pazienti del braccio con C aveva ricevuto un trattamento immunoterapico di seconda linea.
Il tasso di risposta oggettiva (ORR) e la durata della risposta (DOR) sono stati migliori nel braccio A: con un ORR del 26% vs 18% e una DOR di 11,9 mesi vs 5,7 mesi.Il profilo di sicurezza di A in è risultato coerente con quello osservato in studi precedenti nelle diverse indicazioni.A fronte di questi dati, analisi ulteriori potranno identificare i cutoff ottimali per un utilizzo più appropriato del TMB, in combinazione con altri biomarcatori, al fine di identificare quei sottogruppi che meglio potrebbero rispondere al trattamento in prima linea con inibitori del checkpoint immunitario.