Gli anticorpi bispecifici (BsAb) possono essere genericamente suddivisi in quelli che possiedono un frammento cristallizzabile (Fc), e quindi un'immunoglobulina (Ig) come struttura, e quelli che non la possiedono. Varie tecnologie sono state utilizzate per la sintesi di BsAb, ognuna risultante in costrutti con proprietà strutturali e farmacologiche uniche. Questa review si concentra sulle caratteristiche di BsAb che coinvolgono le cellule linfocitarie T, attualmente in fase di sviluppo clinico, per il trattamento del linfoma non Hodgkin a cellule B (B-NHL).
Vi sono, inoltre, alcuni fattori che possono influenzare l’efficacia dei BsAb come l'affinità di legame con l'antigene, la dimensione molecolare, la flessibilità e la mobilità cellulare, la localizzazione dell'epitopo sulla superficie cellulare, il tipo di BsAb, la facilità di formazione di sinapsi immunologiche, l’equilibrio tra molecole costimolatorie e coinibitrici che influenzano l’attivazione delle cellule T e la presenza residua o concomitante di altri anticorpi terapeutici concorrenti che potrebbero provocare un impedimento sterico.CD19 e CD2020 sono antigeni con una struttura ampia e relativamente stabile espressi sulle cellule B linfocitarie utilizzate come target per la maggior parte dei BsAb attualmente in fase di sviluppo per B-NHL. Anti-CD20xCD3 BsAb hanno dimostrato una notevole attività come singolo agente in pazienti con B-NHL pesantemente pretrattati e presentano un profilo di tossicità gestibile dovuta all’iperattivazione delle cellule T. Il profilo di sicurezza dei BsAb si è mantenuto costante nei diversi trial e la maggior parte degli eventi avversi, riguardanti soprattutto la sindrome da rilascio di citochine (CRS) sono stati gestibili con rare interruzioni del trattamento. Clinicamente la CRS si è manifestata con sintomatologia simile (febbre, rash cutaneo, ipotensione, ipossia) nei diversi pazienti e si è risolta entro 1,5-3 giorni dopo la somministrazione del primo o secondo ciclo di terapia a base di BsAb. Gli effetti collaterali di tipo neurologico sono stati rari e di lieve entità negli studi sui BsAb e si sono risolti con tempistiche brevi. Sono state adottate molteplici strategie per prevenire o ridurre al minimo la gravità degli effetti collaterali dovuti alla somministrazione di BsAb, in particolare la CRS; un esempio già ampiamente implementato, prevede la somministrazione di una dose “priming” di BsAb seguita da una dose intermedia prima di ricevere la dose completa. Altre misure preventive per mitigare gli effetti avversi da BsAb sono l’infusione endovenosa più lenta, l’uso di corticosteroidi durante le prime settimane di terapia e il ricovero preventivo alla dose più elevata di BsAb dove vi è una maggior probabilità di CRS. Le terapie a base di BsAb, in particolare quelle con target CD20xCD3 rappresentano una svolta nel trattamento dei pazienti affetti da B-NHL e possono costituire una potente arma terapeutica contro il linfoma a cellule B. La formazione del medico e l’educazione del paziente, una migliore identificazione dei fattori che causano la CRS ed un ulteriore sviluppo della profilassi sono di fondamentale importanza per la futura espansione di queste terapie.