Per determinare rapidamente e con precisione le risposte in ambito dell'immuno-oncologia, in particolare nei quadri metastatici, sono sempre più frequentemente sfruttate le biopsie liquide. Le sfide attuali sono rappresentate dall’eterogeneità nelle risposte ai trattamenti e dalla mancanza di indagini imaging per determinare in modo preciso e rapido il successo o meno dell'approccio terapeutico; anche i biomarkers predittivi attualmente utilizzati (PD-L1 e TMB), non sono sufficienti per determinare in modo costante l'andamento della risposta. In questo trial internazionale, multicentrico, randomizzato, open-label di fase 2, la prima parte, di tipo osservazionale, a single-arm ha coinvolto pazienti con NSCLS (PD1 +) avanzato/metastatico eleggibili al trattamento con pembrolizumab, al fine di valutare attraverso l'analisi del ctDNA, le tempistiche ottimali per quando eseguire le analisi e l'effettiva corrispondenza tra risposta valutata tramite ctDNA e la risposta valutata tramite imaging. La seconda parte riguarda la valutazione del potenziale beneficio al trattamento. L'analisi di sequenziamento del ctDNA può rappresentare un endpoint della risposta immunoterapica, dando indicazioni sul prosieguo della terapia, al fine di massimizzare il beneficio terapeutico e minimizzare i rischi di tossicità. L'aspetto cruciale è quello di poter indirizzare i pazienti verso il trattamento che dia una miglior risposta. Gli endpoint primari della fase I erano l'accertamento della risposta del ctDNA e la determinazione della tempistica ottimale e della concordanza con la risposta radiologica dei Response Evaluation Criteria in Solid Tumors (RECIST). Gli endpoint secondari comprendevano la valutazione del tempo alla risposta del ctDNA e la correlazione tra PFS e OS con l'analisi del ctDNA. Da questo studio emerge che la tempistica ottimale per la valutazione della risposta tramite l'analisi del ctDNA è di 8 settimane dall'inizio del trattamento con singolo agente. In conclusione l'integrazione della valutazione del ctDNA può essere effettivamente dirimente per il prosieguo della terapia; ulteriori studi dovranno valutare anche metodi alternativi per analisi del ctDNA.