Questo lavoro mostra un’analisi esplorativa dello studio KEYNOTE-522. L’endpoint esplorativo era valutare la sopravvivenza libera da eventi (EFS) in relazione ai diversi livelli di “Residual Cancer Burden” (RCB), una misura quantitativa della malattia residua dopo la chemioterapia neoadiuvante. L'indice RCB è stato usato per misurare il residuo tumorale, con quattro categorie: RCB-0 (nessun residuo), RCB-1, RCB-2 e RCB-3 (RBC crescente). Il pembrolizumab ha significativamente migliorato i tassi di risposta patologica completa (RCB-0) e ridotto il Residual Cancer Burden in generale, spostando un numero maggiore di pazienti nelle categorie RCB-0 o RCB-1, rispetto al placebo. L'aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia ha migliorato non solo i tassi di risposta patologica, ma anche l’EFS sia dei pazienti con risposta patologica completa che di quelli con residuo tumorale moderato, in particolare RCB-2. Invece, il trattamento non ha mostrato nessun beneficio per i pazienti con RCB-3, indicando un bisogno di strategie alternative per pazienti con residuo tumorale molto elevato.
Il pembrolizumab ha inoltre ridotto il rischio di recidive a distanza in alcune categorie, con un impatto più evidente nei pazienti con residuo tumorale moderato (RCB-2) mentre, anche in questo caso, l'efficacia è stata limitata nei pazienti con residui tumorali molto elevati (RCB-3). Un aspetto interessante è che il pembrolizumab ha mostrato efficacia anche nei pazienti che non hanno completato l’intero ciclo di chemioterapia, migliorando sia i tassi di risposta patologica completa che la sopravvivenza libera da eventi.
Questo risultato dimostra la flessibilità del trattamento e il suo potenziale beneficio anche in situazioni cliniche meno ideali. In sintesi, il pembrolizumab rappresenta un significativo passo avanti nella gestione del TNBC ad alto rischio con implicazioni importanti per la gestione clinica e la stratificazione dei pazienti in base alla risposta alla terapia neoadiuvante.