Sangro B, Chan SL, Kelley RK, Lau G, Kudo M, Sukeepaisarnjaroen W, Yarchoan M, De Toni EN, Furuse J, Kang YK, Galle PR, Rimassa L, Heurgué A, Tam VC, Van Dao T, Thungappa SC, Breder V, Ostapenko Y, Reig M, Makowsky M, Paskow MJ, Gupta C, Kurland JF, Negro A, Abou-Alfa GK; HIMALAYA investigators.

Ann Oncol. 2024 Feb 19:S0923-7534(24)00049-8. doi: 10.1016/j.annonc.2024.02.005.

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

Nello studio di fase III HIMALAYA sul uHCC, STRIDE (Single Tremelimumab Regular Interval Durvalumab) ha migliorato significativamente l’OS rispetto a sorafenib. I risultati riportati in questo lavoro provengono da un'analisi aggiornata dell’OS a 4 anni e illustrano come il regime STRIDE ha dimostrato un beneficio duraturo in termini di OS rispetto a sorafenib, in tutti i sottogruppi clinicamente rilevanti. Sebbene i tassi di controllo della malattia fossero simili, i tassi di OS sono ulteriormente migliorati a 3 e 4 anni per i partecipanti che hanno raggiunto il controllo della malattia con STRIDE, rispetto a quelli che lo hanno raggiunto con sorafenib. Pertanto, il raggiungimento del controllo della malattia con STRIDE può essere una misura significativa del beneficio clinico. I sopravvissuti a lungo termine con STRIDE includevano partecipanti di tutti i sottogruppi, compresi in risposta, così come quelli con SD o PD. Questo potrebbe suggerire che la risposta non è invece un indicatore di sopravvivenza a lungo termine per i regimi anti- CTLA-4. Inoltre, una percentuale maggiore di pazienti nel braccio sorafenib ha ricevuto una successiva terapia sistemica rispetto a quelli trattati con STRIDE, e questo potrebbe conferire un beneficio in termini di sopravvivenza. Il che solleva la possibilità che, senza una successiva terapia antitumorale, le differenze di sopravvivenza tra i due bracci possano essere ancora più pronunciate. Il regime STRIDE ha mantenuto un profilo di sicurezza gestibile, non si sono verificati nuovi gravi disturbi correlati al trattamento e una % maggiore di partecipanti al regime STRIDE ha mantenuto un profilo di sicurezza gestibile. Il braccio STRIDE è rimasto in trattamento di più rispetto a sorafenib, a ulteriore conferma della sua tollerabilità. In conclusione, STRIDE è un'opzione terapeutica innovativa che prolunga la sopravvivenza mantenendo un profilo di sicurezza gestibile che si differenzia da quello delle altre terapie attualmente disponibili, a sostegno del positivo profilo rischio-beneficio di questo regime. Questi dati presentano il più lungo follow-up di OS finora ottenuto da uno studio pivotal di fase III nell'uHCC e dimostrano i benefici senza precedenti di STRIDE in termini di sopravvivenza a lungo termine, con oltre un partecipante su quattro rimasto in vita a 4 anni.

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