Nello studio di fase III CheckMate 816, l’utilizzo del nivolumab più chemioterapia (mAb anti PD-1) nel setting in neoadiuvante ha dimostrato miglioramenti significativi nell’EFS e nella pCR rispetto alla sola chemioterapia nei pazienti con NSCLC resecabile. In questo lavoro vengono riportati i risultati sull'efficacia, la sicurezza e gli esiti chirurgici di nivolumab più chemioterapia nella sottopopolazione dei pazienti cinesi con 3 anni di follow- up. Coerentemente con i risultati ottenuti nella popolazione globale, nivolumab più chemioterapia ha dimostrato un'efficacia clinicamente significativa nella sottopopolazione cinese migliorando l’EFS e la pCR. Miglioramenti simili sono stati osservati nella maggior parte dei sottogruppi chiave definiti come lo stadio della malattia, l'istologia e l'espressione di PD-L1 del tumore. Sono stati osservati esiti favorevoli anche per quanto riguarda MPR, TTDM, EFS2 e ORR nei bracci nivolumab più chemioterapia rispetto a quelli con chemioterapia.
L’aggiunta del nivolumab in neoadiuvante non ha aumentato sostanzialmente l'incidenza o la gravità dei TRAE o degli AE correlati alla chirurgia rispetto alla sola chemioterapia. Inoltre, gli esiti chirurgici sono stati simili tra i bracci di trattamento, suggerendo che l'aggiunta di nivolumab alla chemioterapia non ha influito sulla fattibilità della chirurgia.
È importante notare che l'etnia e la regione geografica non erano fattori di stratificazione per CheckMate 816.
Nonostante le ridotte dimensioni del campione, il dato (coerentemente con i risultati della popolazione globale), supporta l'uso di nivolumab più chemioterapia come trattamento standard dei pazienti cinesi con NSCLC resecabile. Infine, i risultati di questa analisi sono in linea con quelli ottenuti con altri regimi di trattamento a base di anti-PD-1 in studi di fase I e II in pazienti cinesi con NSCLC resecabile, evidenziando ulteriormente il beneficio dei regimi di trattamento basati sull'immunoterapia anche nei pazienti cinesi con tale patologia.