Pane M, Berti B, Capasso A, Coratti G, Varone A, D'Amico A, Messina S, Masson R, Sansone VA, Donati MA, Agosto C, Bruno C, Ricci F, Pini A, Gagliardi D, Filosto M, Corti S, Leone D, Palermo C, Onesimo R, De Sanctis R, Ricci M, Bitetti I, Sframeli M, Dosi C, Albamonte E, Ticci C, Brolatti N, Bertini E, Finkel R, Mercuri E; ITASMAc group.

EClinicalMedicine. 2023 May 5:59:101997. doi: 10.1016/j.eclinm.2023.101997. eCollection 2023 May

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Sintesi

Obiettivo di questo lavoro è riportare l’esperienza di trattamento con onasemnogene abeparvovec (OA) in 67 pazienti (tutti tipo I; 19 naive, 2 trattati precedentemente con risdiplam e 46 con nusinersen), esplorando probabili fattori prognostici per la sicurezza e l’efficacia in diversi gruppi di età e di peso. I pazienti avevano un peso compreso fra i 3.2 e i 13.5 kg, tranne un paziente trattato off label del peso di 17 kg. I dati innovativi di questo articolo riguardano i pazienti con peso superiore rispetto a quanto catturato nei trial clinici registrativi della terapia genica, e nell’importante quota di pazienti che provengono da altra terapia, principalmente nusinersen. Tutti i pazienti sono stati valutati utilizzando i test CHOP-INTEND; la posizione di seduta è stata valutata secondo la scala Hammersmith; inoltre sono riportati i valori dell'emocromo completo, funzionalità renale e epatica, CK e livelli di troponina.

Si è evidenziata la correlazione significativa tra età al trattamento e durata del trattamento, in termini di punteggio CHOP-INTEND (tra T0 e T12, mesi) Non sorprende che la migliore efficacia sia stata osservata nei pochi pazienti identificati attraverso screening neonatale e nei più giovani. Nei pazienti trattati prima dell'età di 24 mesi le variazioni CHOP- INTEND erano già significative dopo 3 mesi di trattamento e rimanevano significative anche a T6 e T12; in quelli trattati dopo i 24 mesi la differenza era significativa solo tra T0 e T12. La discrepanza con i dati i letteratura può essere spiegata dal diverso f.u. (6 mesi per gli studi precedenti).Il profilo di sicurezza si mostra in linea con quanto rilevato dai trial, con il decremento delle piastrine e l’innalzamento degli enzimi epatici come eventi maggiormente osservatii. Anche se la coorte di questo studio non è limitata i numeri sono ancora esigui, futuri studi internazionali sono quindi necessari per integrare i dati dei vari sottogruppi al fine di identificare le differenze nella progressione di malattia.

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