Sangro B, Galle PR, Kelley RK, Charoentum C, De Toni EN, Ostapenko Y, Heo J, Cheng AL, Wilson Woods A, Gupta C, Abraham J, McCoy CL, Patel N, Negro A, Vogel A, Abou-Alfa GK.

J Clin Oncol. 2024 May 28:JCO2301462. doi: 10.1200/JCO.23.01462.

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

Nello studio HIMALAYA, nel carcinoma epatocellulare non resecabile (uHCC), il regime “Single Tremelimumab Regular Interval Durvalumab” (STRIDE) ha migliorato l’OS rispetto al sorafenib, mentre la monoterapia con durvalumab è risultata non inferiore. In questo lavoro sono riportati i risultati di uno degli outcomes secondari dello studio, i “Patient-Reported Outcomes” (PRO), valutati utilizzando l’EORTC QLQ-C30 e QLQ-HCC18.

Sono stati analizzati la variazione rispetto al basale, il tempo al deterioramento (TTD), il tasso di miglioramento dello stato di salute globale/qualità della vita (GHS/QoL), il funzionamento fisico e i sintomi correlati alla malattia, per comprendere se e come il beneficio clinico sia correlato al benessere percepito dal paziente. Rispetto a sorafenib, sono stati osservati benefici con STRIDE e con la monoterapia con durvalumab, associati a un minor deterioramento della GHS/QoL e del funzionamento fisico e a una riduzione verso il basale dei sintomi correlati alla malattia, sempre rispetto a sorafenib.

Né STRIDE né durvalumab sono stati associati a cambiamenti clinicamente significativi dei PROs rispetto al basale, pertanto, l'aggiunta di una singola dose di tremelimumab alla monoterapia con durvalumab, nel regime STRIDE, è stata associata a PRO comparabili.

Inerentemente alla sicurezza, mentre con sorafenib è stato osservato un maggior numero di TEAE che hanno portato all'interruzione e al ritardo della somministazione, STRIDE e durvalumab sono stati associati a TEAE immuno-mediati, generalmente di basso grado e meno frequenti, in maniera coerente con i loro profili di sicurezza favorevoli e supportando ulteriormente la loro tollerabilità nelle persone con uHCC.

La principale limitazione di questa analisi è rappresentata dal disegno in aperto dello studio, che avrebbe potuto indurre dei bias nel reporting dei pazienti, tuttavia, i benefici osservati sono nei PRO direttamente influenzati dalla malattia o dal trattamento (es. la funzionalità fisica) quindi meno soggetti a bias e, inoltre, tali benefici sono di fatto associati a un significativo miglioramento della OS per STRIDE.

In conclusione, i risultati delle analisi dei PRO di HIMALAYA supportano l'utilità clinica e il profilo beneficio-rischio favorevole di STRIDE rispetto a sorafenib per il trattamento delle persone con uHCC.

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