Nello studio HIMALAYA, nel carcinoma epatocellulare non resecabile (uHCC), il regime “Single Tremelimumab Regular Interval Durvalumab” (STRIDE) ha migliorato l’OS rispetto al sorafenib, mentre la monoterapia con durvalumab è risultata non inferiore. In questo lavoro sono riportati i risultati di uno degli outcomes secondari dello studio, i “Patient-Reported Outcomes” (PRO), valutati utilizzando l’EORTC QLQ-C30 e QLQ-HCC18.
Sono stati analizzati la variazione rispetto al basale, il tempo al deterioramento (TTD), il tasso di miglioramento dello stato di salute globale/qualità della vita (GHS/QoL), il funzionamento fisico e i sintomi correlati alla malattia, per comprendere se e come il beneficio clinico sia correlato al benessere percepito dal paziente. Rispetto a sorafenib, sono stati osservati benefici con STRIDE e con la monoterapia con durvalumab, associati a un minor deterioramento della GHS/QoL e del funzionamento fisico e a una riduzione verso il basale dei sintomi correlati alla malattia, sempre rispetto a sorafenib.
Né STRIDE né durvalumab sono stati associati a cambiamenti clinicamente significativi dei PROs rispetto al basale, pertanto, l'aggiunta di una singola dose di tremelimumab alla monoterapia con durvalumab, nel regime STRIDE, è stata associata a PRO comparabili.
Inerentemente alla sicurezza, mentre con sorafenib è stato osservato un maggior numero di TEAE che hanno portato all'interruzione e al ritardo della somministazione, STRIDE e durvalumab sono stati associati a TEAE immuno-mediati, generalmente di basso grado e meno frequenti, in maniera coerente con i loro profili di sicurezza favorevoli e supportando ulteriormente la loro tollerabilità nelle persone con uHCC.
La principale limitazione di questa analisi è rappresentata dal disegno in aperto dello studio, che avrebbe potuto indurre dei bias nel reporting dei pazienti, tuttavia, i benefici osservati sono nei PRO direttamente influenzati dalla malattia o dal trattamento (es. la funzionalità fisica) quindi meno soggetti a bias e, inoltre, tali benefici sono di fatto associati a un significativo miglioramento della OS per STRIDE.
In conclusione, i risultati delle analisi dei PRO di HIMALAYA supportano l'utilità clinica e il profilo beneficio-rischio favorevole di STRIDE rispetto a sorafenib per il trattamento delle persone con uHCC.