Song Y, Tilly H, Rai S, Zhang H, Jin J, Goto H, et al.

Blood. 2023 Apr 20;141(16):1971-1981. doi: 10.1182/blood.2022017734. PMID: 36626583.

hematology
Sintesi

Nello studio di fase 3 POLARIX, polatuzumab vedotin combinato con rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (Pola-R-CHP) ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto a rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone (R-CHOP), nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) precedentemente non trattato.

Per supportare la richiesta di autorizzazione di Pola-R-CHP in Cina, è stata eseguita un'analisi in una sottopopolazione asiatica, che comprendeva i pazienti asiatici arruolati durante la fase globale dello studio e una coorte di estensione per la Cina.

Lo scopo dell’analisi è di verificare la coerenza del dato di PFS (definita da protocollo come una riduzione del rischio ≥50% di quella attesa nella popolazione globale) nella sottopopolazione asiatica.

In questo lavoro sono riportati i risultati di efficacia e sicurezza nella sottopopolazione asiatica di POLARIX.

Complessivamente, sono stati analizzati 281 pazienti: 160 pazienti asiatici dello studio globale e 121 della coorte di estensione cinese. Di questi, 141 sono stati randomizzati a Pola-R-CHP e 140 a R-CHOP.

Al cutoff (28 giugno 2021, con un follow-up mediano di 24.2 mesi), la PFS soddisfaceva la definizione di coerenza con la popolazione globale ed era superiore con Pola-R-CHP rispetto a R-CHOP (HR 0.64; 95% CI, 0.40-1.03).

La PFS a due anni è stata del 74.2% (95% CI, 65.7-82.7) e del 66.5% (95% CI, 57.3-75.6) rispettivamente con Pola-R- CHP e R-CHOP.

I principali risultati di efficacia secondaria per la sottopopolazione Asia sono stati di supporto all'end point primario. La sicurezza è risultata paragonabile tra Pola-R-CHP e R-CHOP, compresi i tassi di eventi avversi (AEs) di grado 3/4 (72.9% vs 66.2%, rispettivamente), AEs gravi (32.9% vs 32.4%),

AEs di grado 5 (1.4% vs 0.7%), AEs che hanno portato all'interruzione del trattamento in studio (5.0% vs 7.2%) e la neuropatia periferica di qualsiasi grado (44.3% vs 50.4%).

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