Ladetto M, Tavarozzi R, Zanni M, Evangelista A, Ferrero S, Tucci A, Botto B, Bolis S, Volpetti S, Zilioli VR, Puccini B, Arcari A, Pavone V, et al.

Annals of oncology: official journal of the European Society for Medical Oncology, 2023. S0923- 7534(23)04240-0. Advance online publication. https://doi.org/10.1016/j.annonc.2023.10.095

hematology
Sintesi

Nel linfoma follicolare (FL) resta attualmente dibattuto quale sia il miglior trattamento di seconda linea nei pazienti recidivati/refrattari (R/R), con diverse linee guida che indicano il trapianto autologo di cellule staminali (ASCT) come consolidamento di scelta, sebbene sia stato studiato nell’era pre-chemioimmunoterapia. Un’altra opzione efficace nel FL R/R è la radioimmunoterapia (RIT), sebbene sia stata studiata come consolidamento dopo R-CHOP.

Questo trial multicentrico di fase III condotto dalla Fondazione Italiana Linfomi confronta l’utilizzo di ASCT e RIT (con 90 Y-ibritumomab tiuxetan, anti-CD20 coniugato con un agente chelante l’ittrio-90) come consolidamento nel FL R/R, preceduti da un’induzione standard e seguiti dal mantenimento con Rituximab. A causa di un basso arruolamento, lo studio è stato chiuso prematuramente e i dati sono stati analizzati su base intention-to-treat, con follow-up mediano di 77 mesi dall'arruolamento (dimensione del campione target: 105 pazienti per gruppo).

Dei 141/159 pazienti arruolati (89%) che hanno ottenuto una risposta dopo l’induzione, 70 sono stati randomizzati ad ASCT e 71 a RIT. La sopravvivenza libera da progressione (PFS) stimata a 3 anni è stata del 62% in entrambi i gruppi, a 6 anni 46% con ASCT e 52% con RIT (HR 1,11, 95% CI 0,69-1,80, p=0,6662). Anche la sopravvivenza globale (OS) era simile tra i due gruppi sia a 3 anni (ASCT 87% vs RIT 86%) che a 6 anni (ASCT 76% vs RIT 78%) (HR 0.94, 95% CI 0.451.94, p=0.8588). Confrontando i due bracci in multivariata, nella sottopopolazione con malattia refrattaria l’ASCT sembra migliorare l‘outcome rispetto alla RIT. Una tendenza in favore della RIT è emersa nei pazienti con stadio I-II all’arruolamento.

I tassi di tossicità ematologica grado 3 sono stati del 94% con ASCT vs 46% con RIT (P < 0,001), e la neutropenia grado 3 si è verificata nel 94% vs 41%, rispettivamente (P < 0,001). Si sono verificati secondi tumori in 9 pazienti dopo ASCT e 3 dopo RIT (P = 0,189). Anche se interrotto prematuramente, dopo un esteso follow up questo studio non ha dimostrato una superiorità dell’ASCT rispetto alla RIT. L'ASCT si è dimostrato più tossico e impegnativo per i pazienti e le strutture sanitarie. Entrambe le strategie hanno dato risultati simili e favorevoli a lungo termine, suggerendo che i programmi di consolidamento più blandi dell'ASCT devono essere ulteriormente studiati nel FL R/R, anche utilizzando anticorpi coniugati con target diversi dal CD20 (ad es. anti-CD37).

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