La seconda linea di terapia per il linfoma non-Hodgkin (NHL) aggressivo refrattario alla terapia di prima linea o recidivante entro 12 mesi dalla stessa consiste in chemioimmunoterapia, seguita da chemioterapia ad alte dosi e trapianto di cellule staminali autologhe. In più del 50% dei casi, tuttavia, non si ottiene una riduzione del carico tumorale tale da consentire il trapianto.
Tisagenlecleucel (T), terapia genica basata sulla tecnologia CAR-T, è attualmente autorizzato per la terapia di terza linea del NHL a cellule B (NHL-B) aggressivo. Lo studio randomizzato di fase 3 BELINDA ha confrontato T con l’attuale terapia standard nel contesto della terapia di seconda linea del NHL-B aggressivo. I due bracci di trattamento includevano rispettivamente:
- 162 pazienti (24,1% con linfoma di alto grado; 65,4% con punteggio IPS ≥2), di cui il 97,5 ha ricevuto T;
- 160 pazienti (16,9% con linfoma di alto grado; 57,5% con punteggio IPS ≥2), di cui il 32,5% ha ricevuto il trapianto.
La sopravvivenza in assenza di eventi a partire dalla valutazione a 12 settimane (endpoint primario), è risultata uguale nei due gruppi: mediana 3,0 mesi (hazard ratio [T vs. terapia standard] 1,07; intervallo di confidenza al 95% 0,82-1,40; p = 0,61).
T, dunque, non si è dimostrato superiore alla terapia standard.
Secondo analisi post hoc, gli esiti del trattamento sono influenzati, tra l’altro, dal carico di malattia pre-CAR-T. Questo indica la rilevanza di un’efficace stabilizzazione prima della terapia.