Tarlatamab, un immunoterapico bispecifico con bersaglio il delta-like ligand 3 e il CD3, ha mostrato una promettente attività antitumorale in uno studio di fase 1 su pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule precedentemente trattato. Gli endpoits primari di questo trial open-label di fase 2 sono stati la valutazione dell'attività antitumorale (che ha permesso di definire la dose con il miglior profilo rischio- beneficio), della sicurezza, degli effetti collaterali e della farmacocinetica di tarlatamab, in pazienti con tumore polmonare a piccole cellule in uno stadio avanzato e già precedentemente trattati. Endopits secondari: risposta al trattamento, progressione, sopravvivenza globale, eventi avversi, concentrazione sierica di tarlatamab e formazione di anticorpi anti-tarlatamab, inoltre è stato valutato anche il profilo delle citochine e l'espressione di DDL3. Questo trail riporta per la prima volta dati di follow-up a lungo termine (max ogni 3 mesi per 5 anni). Sono stati arruolati pazienti maggiorenni nei quali è stato istologicamente o citologicamente confermato il carcinoma polmonare a piccole cellule recidivato, o refrattario, ad un trattamento a base di platino e ad almeno un altro trattamento; sono stati inclusi anche pazienti con metastasi cerebrali stabili e asintomatiche. L'evento avverso più frequente più comune è stata la sindrome da rilascio di citochine ( trattata con paracetamolo e/o glucocorticoidi) seguita da inappetenza, piressia e anemia; sono riportati anche i dati sulla sindrome da neurotossicità associata alle cellule dell'effettore immunitario e sulla neutropenia. Tutti gli eventi avversi sono stati correlati ai diversi gradi tumorali. Tarlatamab rappresenta un nuovo approccio immunoterapeutico per il cancro polmonare a piccole cellule, il suo meccanismo d'azione non si basa sulla presentazione dell'antigene MHC di classe I, ma porta i linfociti T in prossimità delle cellule polmonari tumorali e attraverso il legame di DLL3 e CD3, si forma una sinapsi citolitica che porta alla lisi della cellula tumorale. Particolare attenzione è stata data agli eventi avversi associati alle immunoterapie a cellule T, ovvero ICANS e eventi neurologici associati. Il limite di questo studio è rappresentato dalla mancanza del gruppo sottoposto a terapia standard, tuttavia è stata osservata una tendenza verso la riduzione o la stabilizzazione della gravità dei sintomi del tumore polmonare. Il follow-up più lungo dei pazienti di questo trial darà maggiori informazioni circa la durata a lungo termine della risposta e i benefici in termini di sopravvivenza.