Qin S, Kudo M, Meyer T, Bai Y, Guo Y, Meng Z, Satoh T, Marino D, Assenat E, Li S, Chen Y, Boisserie F, Abdrashitov R, Finn RS, Vogel A, Zhu AX.

JAMA Oncol. 2023 Oct 5:e234003. doi: 10.1001/jamaoncol.2023.4003.

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

La maggior parte dei pazienti con HCC avanzato ha una prognosi sfavorevole nonostante le terapie. Attualmente i trattamenti di prima linea sono rappresentati da sorafenib, levatinib e atezolizumab + bevacizumab. Il trattamento con ICI sta dimostrando risultati promettenti, dati di trial di fase 3 riportano una OS superiore in seguito a trattamento con nivolumab, rispetto a sorafenib; la combinazione di sintilimab e di un biosimilare di bevacizumab, è stato approvato come trattamento di prima linea in Cina. Durvalumab in combinazione con tremelimumab è stato approvado da FDA e EMA come trattamento per HCC in stadio avanzato. Sono però doverose delle considerazioni in termini di sicurezza, ad esempio atezolizumab + bevacizumab porta ad un aumentato rischio di sanguinamento di varici esofagee in pazienti con stadio avanzato di HCC. I TKIs sono raccomandati in pazienti che non possono essere trattati con atezolizumab o bevacizumab. Sono quindi necessarie terapie alternative per avere outcomes migliori e un miglior profilo di tollerabilità. Lo scopo di di questo trial multicentrico, randomizzato, open-label di fase 3 è quello di definire i profili di efficacia di tislelizumab, anticorpo monoclonale umanizato anti-PD1, rispetto a sorafenib come trattamento di prima linea per pazienti naive con HCC non resecabile. L'endopoint primario è stata la OS, mentre i secondari sono stati ORR, PFS, DCR. L’OS nel braccio tislelizumab è stata non inferiore a quella evidenziata da sorafenib, l'ORR è stata maggiore per tislelizumab come anche la durate della risposta al trattamento. I dati di questo studio suggeriscono che ci sia un beneficio con il trattamento a lungo termine di tislelizumab. Da notare che i dati sulla OS riportati devono essere valutati attentamente, perchè nel gruppo sorafenib una maggior percentuale di pazienti ha ricevuto terapie di linee successive. Tislelizumab ha dimostrato un profilo di safety favorevole comparato con sorafenib, senza nuovi segnali di safety. Questi risultati evidenziano che tislelizumab può rappresentare una potenziale opzione di prima linea di trattamento, per i pazienti con HCC non resecabile.

Leggi su Pubmed
Nel caso di siti non Roche le informazioni contenute nel sito prescelto potrebbero non essere conformi alla normativa vigente e le opinioni espresse potrebbero non riflettere la posizione di Roche, né essere da essa avallate.